Oggi

"Data">Data Rivoluzionaria

pellegrinablog,chiocciolaquindi,gmail.com

per gli scribi

Toulouse en érasmienne

sabato 13 ottobre 2012

La pace dei sepolcri


Pare che abbiano deciso di dare il Nobel per la pace all'Europa (?). Andrei piano nel considerare il nostro continente come un adepto della risoluzione pacifica dei conflitti di qualunque tipo, oggi. M'incuriosisce poi capire cosa ne verrà fatto del denaro del premio, che rispetto al bilancio della Commissione europea (siamo sugli 8 miliardi di euro ma ne vogliono ancora) e agli standard retributivi di chi ci lavora, forse serve a pagare un pic nic, ma tant'è. Magari potrebbero consacrarlo a mantenere il programma Erasmus, una delle rare iniziative europee davvero vicina alle persone anziché alle lobby, che ha probabilmente contribuito a stringere legami tra i cittadini dei vari paesi molto più di qualunque altra iniziativa. Forse i capi d'Europa avevano bisogno d'un po' di marchetta, pardon, di rifarsi un'immagine. Ma tutto ciò è secondario, difronte alla notizia che qualcuno, chissà se preso da ardore contabile, avrebbe pensato e fatto anche sapere in giro, che la Grecia, in nome del nuovo vitello chiamato pareggio del bilancio, dovrebbe evacuare le isole con meno di 150 abitanti: per lasciarle terra di nessuno, magari. Un giorno dovessero passare di lì i pirati cilici, qualche bandito internazionale, un ladro di plutonio...: un investimento davvero geniale. Ma non è nemmeno questo che mi sconvolge. No, non è questo il peggio.
In Europa l'ultimo a pianificare deportazioni del genere aveva un gran paio di baffi da scarafaggio e gli stivali lustri. Era nato in una terra dal vino generoso e aveva avuto il suo momento mistico.

Viviamo senza più fiutare sotto di noi il paese,
a dieci passi le nostre voci sono già bell’e sperse (...)
 Le sue tozze dita sono grasse come vermi
e le sue parole sicure come fili a piombo.
Se la ridono i suoi baffi da scarafaggio
e i suoi gambali scoccano neri lampi.
Intorno una marmaglia di gerarchi dal collo sottile
e si diletta dei servigi di mezzi uomini. (...)
 Come ferri di cavallo egli forgia e appioppa un decreto dietro l’altro,
all’inguine, in fronte, a un sopracciglio, in un occhio.
Ogni esecuzione, con lui, è una lieta
cuccagna ed un ampio torace di osseta.

 Iosip Mandel’stam - novembre 1933

Il nome dello scarafaggio letterario non è Gregor Samsa, anzi è un po' complicato da pronunciare per intero: Joseph Vissarionovich Dzhugashvili.
Aveva anche un soprannome, più facile se volete: Stalin.

P.S.: la notizia è stata smentita solo dopo diverse ore dal commissario europeo Olli Rehn. Il solo fatto che abbia potuto circolare, anche a scopo strumentale, intimidatorio o propagandistico che sia, la dice lunga su questi mezzi uomini che attorniano il capo dei nostri giorni tristi. Per inciso in Grecia, nel continente nobel per la pace, quello delle eccedenze di latte e pomodori, 400 mila bambini sono denutriti. Quattrocentomila. Una città di medie dimensioni.
Dopo le elezioni, arriveranno qui: gli stessi uomini, la stessa fame.
"Orrenda orrenda pace. La pace dei sepolcri. Questa è la pace che voi date al mondo" canta Rodrigo a Filippo II  nel don Carlos di Giuseppe Verdi. Sul frontespizio della tragedia di Friedrich Schiller da cui viene il libretto dell'opera c'era invece scritto "In tyrannos".

Un Nobel davvero ben speso.

6 commenti:

  1. in questo nostro (nostro, veramente?) pianeta se il nobel l'ha preso obama -che si è rifiutato di firmare il ritiro delle mine antiuomo, oltre al resto- perchè mai la sciatta e decadente europa non dovrebbe esserne parimenti meritevole, mi chiedo?
    i baffi non vanno più di moda, ma solo esteticamente.

    RispondiElimina
  2. Leggere di queste cose fa addirittura pensare che vivere in un Paese in cui le notizie sul giornale al massimo possono riportare dell'ultima donna arrestata perchè parlava con un uomo per la strada non sia poi così male...non ho parole, per una volta.
    Cadono solo le braccia.

    RispondiElimina
  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  4. @Barbara: come non concordare con l'ultima tua frase?
    @Arabafelice: sì, si resta senza parole.

    RispondiElimina
  5. Carissima, ci sono dei post che improvvisamente ti cambiano il colore della giornata. Il tuo l'ho letto un paio i giorni fa e non ho avuto il coraggio di rispondere, perché mi si era incupito tutto intorno e siccome sono un tipo che si indigna moltissimo, la rabbia mi impediva di pensare e scrivere con decenza. Ritorno qui da te con un altro spirito oggi, perché vorrei sempre sperare che di fronte ad una notizia come la tua, ne arrivi almeno un'altra che possa equilibrare l'altro braccio della bilancia, ed oggi l'ho sentita alla radio ed ho gioito per quel che può valere: i Cubani possono uscire dal loro paese liberamente. Possono cominciare a viaggiare come chiunque può fare in quasi tutte le parti del mondo civile e considerando il mio amore sviscerato per quel paese, questa notizia mia decisamente migliorato la giornata. Capisco che resti invariato tutto il resto, ma questo poco, per quanto poco, mi sembra tantissimo. Ti mando un abbraccione, Pat

    RispondiElimina
  6. La parola *pace* resterà una parola finchè sarà manovrata per interessi di pochi a discapito di molti.
    Non sono i popoli a chiedere, volere, attuare la Pace, sono coloro che portano baffetti, stivali, a volte solo cravatte ordinate...
    Finchè ci piegheremo a questa pace resterà solo una voce del vocabolario, vuoto...
    La Pace dovremmo saperla insegnare ai nostri figli, ai giovani,e a non vergognarsene MAI.
    Non so spiegare meglio che con un paio di immagini: il volto di Gandhi e quello di Santa Teresa di Calcutta.. Ma ce ne sono tanti altri che la Pace, quella vera, la costruiscono con le loro azioni... non con i titoli.
    Forse mi sbaglio, ma è a loro che vorrei che assomigliasse mio figlio da grande...
    Nora

    RispondiElimina